Rischio liquidità per i Confidi Scatta l'appello alla Regione

di FEDERICA BARELLA Non un attacco frontale alla Giunta regionale. Almeno non per ora. Ma un forte appello sì, quasi un pressing. I  CONFIDI, da quello “Friuli” (che dallo scorso gennaio riunisce il CONFIDI industria e quello commercio) a quello “Imprese Fvg” (che raggruppa il settore artigianato) chiedono infatti maggiori fondi per la loro attività di appoggio e supporto al credito al fianco di centinaia (migliaia) di aziende locali. La richiesta è stata fatta, a gran voce, ieri mattina a margine della presentazione del nuovo accordo CONFIDI Friuli e CONFIDI Imprese Fvg con FriulAdria. Prevedere l’investimento di fondi, parecchi fondi, ma poi non farli arrivare a che ne ha veramente bisogno - ha esordito ieri il residente di Confidi Friuli (industria e commercio) Enzo Pertoldi - è un fatto grave. Per questo auspichiamo che nell'immediato futuro ci sia una concreta inversione di rotta». Sulla stessa linea d’onda anche il vicepresidente di Confidimprese FVG (artigianato) Carlo Tudech. «Se utilizziamo poco di quanto il pubblico mette a disposizione - ha precisato Tudech - è perchè in realtà a noi che rappresentiamo e guidiamo gli strumenti operativi di questo sistema a ingranaggi arriva poco». E se nell’immediato futuro qualcosa non cambierà, questi particolari ingranaggi rischiano di incepparsi definitivamente. I vari Confidi che agiscono in provincia di Udine marciano a due consigli alla settimana per dare il via libera alle istruttorie per le varie operazioni di appoggio e sostegno al credito. E solo per quel che riguarda il Confidi Friuli, cioè industria e commercio, nei primi mesi di quest’anno per i crediti a breve termine le pratiche sono cresciute di circa il 60 per cento con un totale di importo deliberato che sfiora in cinque mesi già i 50 milioni di euro. «In questi mesi ci stiamo esponendo molto - ha sottolineato Michele Bortolussi, amministratore delegato di ConfidiFriuli assieme a Gianni Da Pozzo -, visto che noi copriamo la garanzia di circa il 50 per cento del finanziamento richiesto. Non vogliamo dire che rischiamo l’asfissia, però se è giusto dare un supporto alle imprese in questo momento difficile di crisi e soprattutto di mancanza di liquidità, è anche giusto fornire i vari Confidi i fondi necessari a operare con tranquillità». Qualche calcolo è stato già fatto. E la cifra che darebbe un certo respiro ai vari consorzi sarebbero proprio quei 10 milioni di euro, che da ottobre a oggi, da Trieste verso il territorio, si sono arenati nei mille rivoli della burocrazia. «Ora la Giunta regionale - ha aggiunto ieri Bortolussi - ha stanziato altri 10 più altri 40 milioni di euro. Speriamo che nei prossimi giorni, quando saranno decisi gli strumenti operativi, almeno parte di questi fondi vengano erogati a sostegno dell’attività dei Confidi. Noi infatti siamo gli strumenti più diretti e più veloci per le aziende che in questo momento chiedono liquidità»
MESSAGGERO VENETO 19/06/2009