Nuovo fondo di garanzia per l'innovazione: 110 milioni per le aziende

UDINE - È in arrivo il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, che attiverà un plafond di finanziamenti per 110 milioni di euro. Una manna in tempi di crisi, dove le realtà di minori dimensioni annaspano e, spesso, non sono in grado di accedere al credito e di effettuare nuovi investimenti proprio perché non possono fornire garanzie al sistema bancario. Dal 1° dicembre il Fondo di garanzia sarà operativo e avrà a disposizione risorse per 22 milioni di euro, di cui oltre 5 milioni del Fondo Sociale Europeo, 5 milioni di quota regionale e 11,5 milioni di quota statale. L’obiettivo, come ha precisato l’assessore regionale alle attività produttive Federica Seganti, illustrando ieri mattina l’iniziativa a Trieste insieme al rappresentante dei Confidi Marco Della Mora, è rendere più competitivo il tessuto economico e imprenditoriale del Fvg. Il fondo è finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr) e gestito da Confidimprese FVG quale capogruppo del Raggruppamento Temporaneo d’Impresa “Competitività e Sviluppo Fvg”, che riunisce gli otto Confidi del territorio. È stata siglata una convenzione ad hoc fra i Confidi e la regione, che sarà distribuita a tutte le banche del Fvg. I finanziamenti saranno a breve e medio termine, con una durata variabile dai 12 ai 60 mesi. «Attraverso questo strumento le piccole e medie imprese potranno contare su garanzie fino all’80 per cento dei finanziamenti richiesti al sistema bancario - ha spiegato Seganti - per coprire piani di sviluppo intesi come innovazione di prodotto ma anche organizzativa, start up, crescita. Una modalità di quell’accesso al credito che diventerà un tema forte del 2012 a partire dal primo gennaio, con l’entrata in vigore di Basilea 3». Tutte le garanzie scadranno il 31 dicembre 2015. I contributi verranno concessi in base a quanto indicato dalla normativa comunitaria e saranno comunque escluse le operazioni di mero rifinanziamento o riscadenziamento del passivo delle imprese. I progetti potranno riguardare la ricerca industriale, ma anche l’innovazione organizzativa, lo sviluppo sperimentale ed i meccanismi di trasferimento tecnologico, la realizzazione di investimenti produttivi per l’industrializzazione dei risultati e dei progetti di ricerca e lo start up di imprese innovative ad alto potenziale di crescita. Riguardo al processo di razionalizzazione dei Confidi, Seganti ha sottolineato che la scarsità di risorse impone un ripensamento complessivo ma nel contempo la necessità di mantenere la qualità dei servizi. L’approccio unitario dei Confidi sperimentato in occasione del fondo, per Seganti, ha facilitato notevolmente il lavoro e che, per la Regione, è un’esigenza mettere insieme i soggetti per poter garantire la massima efficienza. Viceversa, uno dei punti di inefficienza (e quindi dei costi) deriva dall’avere tanti gestori di fondi regionali: fatto che impedisce, spesso, di avere una visione complessiva.

Messaggero Veneto 25.10.12