Innovazione, Maniago taglia la crisi

Allargare il bacino societario di Confidimprese Fvg e accompagnare le aziende, soprattutto quelle artigiane, nell’accesso al credito. Sono i due obiettivi di Roberto Vicentini (nella foto) nuova guida di Confidimprese Fvg. A lui ha passato il testimone alla presidenza del Consiglio di amministrazione Giovanni Battista Gregoris. La cooperativa oggi conta su 10.500 soci, garantisce oltre 300 milioni di euro di affidamenti alle Pmi e alle micro aziende friulane. «È necessario allargare il bacino societario di Confidimprese Fvg al maggior numero possibile di ditte artigiane delle province di Pordenone e Udine – spiega Vicentini –, obiettivo da raggiungere grazie alla fattiva e ininterrotta collaborazione con le associazioni di categoria. In Fvg il problema nel mondo artigiano è la difficoltà a incassare i crediti, mentre l’accesso al credito resta troppo spesso problematico. Per questo il nostro impegno – conclude Vicentini – è far utilizzare al massimo la garanzia dei Confidi e l’assistenza finanziaria». di Elena Del Giudice wPORDENONE Uno spostamento progressivo verso l’alto di gamma; investimenti in ricerca, innovazione, tecnologia; il valore aggiunto del design: sono questi gli elementi distintivi che garantiscono al Distretto del coltello di Maniago e alle aziende che ne fanno parte, di continuare a concorrere per la leadership del settore, minacciata dai prodotti low cost provenienti dai Paesi emergenti. E i dati sembrano dare ragione alla filosofia declinata a Maniago. Nel primo trimestre del 2012 le esportazioni (dirette soprattutto verso Germania, Francia, Usa, Inghilterra, Olanda) sono cresciute del 25,2%, dai 18,3 milioni di euro del periodo gennaio-marzo 2011, ai 23 di quest’anno. Risultati decisamente più che positivi che migliorano il trend dell’anno passato, con esportazioni, nei 12 mesi, per 82,2 milioni di euro (+2,8% rispetto agli 80 del 2010). Per contro il mercato interno rimane asfittico e questo ha provocato inevitabili effetti sul fatturato delle imprese che hanno, come riferimento esclusivo, il mercato domestico. I coltellinai maniaghesi non sono passati indenni dalla crisi che, solo pochi mesi fa, si è portata via l’Alexander, prima in liquidazione poi dichiarata fallita, che era l’azienda storica del Distretto, quella che aveva raccolto e conservato l’eredità del Coricama, primo insediamento industriale interamente dedicato alle lame fondato agli inizi del ’900. Chiusi i battenti dell’unica vera industria del coltello, a reggere le sorti del settore rimane un nutrito numero di imprese artigiane (una novantina con oggetto d’impresa specifico a cui si sommano altre 80 del comparto del metallo iscritte all’Asdi e con sede in uno dei 9 Comuni inseriti nel Distretto; complessivamente impiegano un migliaio di addetti) specializzate in produzioni di nicchia di altissima qualità. Anche altre aziende hanno cessato l’attività negli ultimi 12 mesi. Nella categoria “fabbricazione di prodotti in metallo” che raggruppa anche i coltelli, in provincia di Pordenone erano attive, alla fine di marzo, 786 imprese, 8 in meno dello stesso periodo del 2011. Ciononostante, Maniago rimane il principale produttore mondiale di cavatappi, con una quota oscillante tra il 40 e il 45% del mercato mondiale, una leadership minacciata dall’avanzata dei produttori a basso costo. Ma alla competizione sul prezzo Maniago risponde innalzando la qualità dei propri prodotti, oggi certificata, e intervenendo sul design per creare oggetti unici destinati ad una fascia alta del mercato. Non solo coltelli, ovviamente, vengono realizzati a Maniago ma anche forbici, cesoie, coltelli a lama fissa, cavatappi, turbine, attrezzi manuali da raschio e taglio, strumenti da taglio e incisione, articoli per manicure, oltre a prodotti destinati ai settori medico, agricolo, industriale, sport, caccia, pesca, vela e del tempo libero.
Messaggero Veneto 02.09.2012