Confidimprese sostegno di 186 mln

Anche nella situazione complessa della non risolta crisi economica, Confidimprese Fvg non ha tradito la mission di sostegno ai suoi soci. Lo dimostrano alcuni dati resi noti in occasione dell’approvazione da parte del cda del bilancio 2012 che sarà posto all’esame ed alla votazione dei soci nella prossima assemblea. Il bilancio evidenzia la “buona salute” del Confidi che conferma oltre 300 milioni di affidamenti garantiti al 31 dicembre nonostante le minori disponibilità di credito oggettivamente messe a disposizione dalle banche nonché la drastica riduzione degli investimenti effettuati dalle imprese artigiane e dalle piccole e medie imprese. Nel corso del 2012 Confidimprese Fvg ha garantito nuovi affidamenti per 186 milioni, confermando la sua leadership regionale e mantenendo centrale l’impegno mutualistico. Altri dati li presenta direttamente il presidente, Roberto Vicentini: «Al 31 dicembre l’attivo era di quasi 40 milioni e il risultato operativo ha registrato un utile di oltre 400 mila euro. Mentre i soci – prosegue Vicentini – con le 457 nuove imprese associate nel corso del 2012 raggiungono la quota di 11 mila imprese in attività». In termini di operatività, i maggiori volumi sono sviluppati dal gruppo delle Banche di Credito Cooperativo, seguite dalla Banca Popolare FriulAdria e CariFvg. Luci e ombre del 2012? «Le sofferenze – punto dolente ricordato dal presidente Vicentini – si sono mantenute pressoché al livello di quelle del 2011 ed hanno comportato accantonamenti per 3,3 milioni, contro l’1,7 milioni di contributo regionale conferito (tra fondi ordinari e fondi speciali per i Distretti)». «Il Confidi ha mantenuto il livello più alto possibile di mutualità compatibile con il patrimonio – specifica Vicentini – ma è evidente che il Confidi potrà aiutare le imprese tanto quanto la Regione Fvg riuscirà a conferire fondi adeguati a bilanciare le perdite sostenute. In caso contrario dovrà essere aumentato il costo delle garanzie oppure ridotto il livello di mutualità, o pensare ed una soluzione intermedia tra le due ipotesi qui proposte; l’auspicio è che la Regione capisca la necessità di aiutarci».
Messaggero Veneto 17 aprile 2013