Aiuti alle imprese per ottenere liquidità

Si chiama credit crunch, è un termine inglese che definisce la stretta del credito che le banche riservano tanto ai privati quanto alle imprese. Per superare le difficoltà che le imprese trovano nell’accedere a prestiti bancari, è nata la convenzione, siglata ieri e operativa già da febbraio, tra Confidimprese Fvg e Confartigianato Pordenone, in base alla quale l’accesso al credito non parte più entrando in banca ma presentandosi al Confidi e agli sportelli di Confartigianato. Successivamente, con le carte a posto e una garanzia alle spalle, si entrerà in banca per la richiesta del prestito, che verosimilmente sarà più facile ottenere. «Finalmente l’accesso al credito non si svolgerà solo attraverso le banche ma i primi passi si faranno in associazione - sostiene il presidente di Confartigianato Pordenone, Silvano Pascolo -. Suggelliamo un rapporto commerciale con Confidimprese Fvg in cui il primo a guadagnarci è il nostro associato poiché l’impresa artigiana, se ha bisogno di credito, potrà presentarsi alla banca già con le idee chiare e le carte a posto». «Anche le banche credo apprezzeranno la nostra iniziativa che si muove in direzione di un alleggerimento del lavoro per gli istituti di credito - aggiunge Roberto Vicentini, presidente di Confidimprese Fvg -. Le imprese del territorio si stanno muovendo per affrontare la crisi e la convenzione con Confartigianato (cui seguiranno convenzioni anche con altre associazioni) ci permette di essere sempre più vicini ai nostri soci sul territorio, offrendo agli artigiani un servizio che, inquadrando le esigenze della singola azienda, gli cuce su misura la migliore richiesta da inoltrare alla banca alla quale fornirà l’incartamento completo dell’istruttoria unitamente alla garanzia del confidi, ormai ritenuta dagli istituti di credito un requisito fondamentale«. La firma della convenzione, avvenuta ieri nella sede di Confartigianato, è stata occasione anche per esternare alcune considerazioni circa la situazione economica attuale. In particolare, la questione Monte dei Paschi, che tocca da vicino anche il territorio locale. «L’affare Monte dei Paschi costerà alle province di Udine e Pordenone 70 milioni di euro – dichiara Pascolo - . Sono cifre da capogiro quando il primo problema delle nostre imprese è il mercato e il secondo la burocrazia». Vicentini ha inoltre ricordato un’altra opportunità per le imprese che fanno innovazione: i fondi europei di sviluppo regionale Por-Fesr. I Confidi grazie alle risorse del fondo comunitario prestano una garanzia fino all’80 per cento su finanziamenti a breve e medio termine, ma anche su fondi già investiti. Laura Venerus ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Messaggero Veneto 31 gennaio 2013